AUTORE: Gianluca Antoni, classe '68, psicologo e psicoterapeuta, vive a Senigallia e cerca di imparare a suonare il pianoforte con scarsi risultati. Quando può va a correre con il cane e viaggia per il mondo. È autore delle guide Trova il tuo lavoro (2012) e Realizza i tuoi sogni (2012) pubblicati da Il Sole24Ore. Cassonetti (Italic 2010) è il suo primo romanzo d'esordio, Il peso specifico dell’Amore (Italic 2012) rappresenta il sequel del primo romanzo. Un suo racconto è comparso nell’antologia Marchenoir (Italic, 2012).
GENERE: romanzo
TRAMA: amore a 360 gradi. Peter, alla soglia dei quarant’anni, è un potenziale suicida, se non fosse per la commessa di una valigeria, Denise, pazzoide e geniale, che lo costringe ad accompagnarla sul dirupo dal quale lui stava per gettarsi. Il romanzo entra a spirale nella vita di Peter: un matrimonio fallito, un lavoro fisso detestato, un grande amore rincorso, un talento sprecato e un lutto ancora cocente, quello del padre. Denise d’altro canto nasconde un dolore profondo che la spinge a voler “salvare” Peter con modalità tutt’altro che ortodosse. Intorno a loro orbitano numerosi personaggi, ognuno con una storia e i propri conflitti, e un cane, Paco.
RECENSIONE: il romanzo sviscera le profonde contraddizioni dell’anima tra slanci iperbolici e cadute vertiginose, tra sogni e bisogni, tra ideale e reale. È un diario del passaggio all’età adulta, con l’accettazione dei propri limiti e la meraviglia di scoprirsi uomini imperfetti. Diverte, commuove, invita a riflettere ed è un’introspezione senza censure della psicologia umana, accresciuta e arricchita dell’esperienza dell’autore come psicoterapeuta.
Mi piace il suo stile pungente, la sua scrittura introspettiva, agile e sciolta, che con disinvoltura riesce a farci pienamente entrare e capire la psicologia del personaggio. Quale personaggio? Peter naturalmente!
Si, perché “Il peso specifico dell’amore” è l’inevitabile e doveroso sequel di “Cassonetti”. Mentre nel primo vengono raccontate le amare e spassose vicende di quattro giovani avventati universitari, ne “Il peso specifico dell’amore” il protagonista è uno e uno soltanto: Peter.
Mi aspettavo di ritrovare un Peter più maturo, equilibrato, un quarantenne con le idee chiare, che ha finalmente messo la testa a posto? Un lavoro sicuro e socialmente corretto, una bella famigliola, un cane e la casa con giardino? Sinceramente no… proprio no… infatti ho riconosciuto il solito Peter che, variando le parole di una nota canzone italiana, potrei definire “confuso e infelice”…
Un Peter che si porta dietro ferite morali più o meno profonde e qualche anno in più sul groppone!
In questo romanzo si trova a dover fare i conti con i fantasmi di quelli che erano i suoi sogni di gagliardo giovane in “Cassonetti”. Un lavoro poco appagante, idee chiare… proprio per niente, tantomeno la bella famiglia felice, anzi, Peter può vantare una vita sentimentale più incasinata che mai… il cane si, quello c’è!
Nella vita del nostro protagonista sembrano consumarsi una tragedia dietro l’altra, tanto da portarlo a credere che non ci sia altra via d’uscita se non un gesto estremo: il suicidio. Ma proprio quando tutto sembra perfettamente architettato ed ogni dettaglio per farla finita è stato pianificato con cura, ecco che arriva un’incognita che Peter non aveva previsto: Denise. Grazie a un gioco di piani sovrapposti, l’autore inizia a raccontarci la storia da dove l’avevamo lasciata: un amore tormentato con Valentina, “ovvero quando la donna che più hai amato ti dice che sei incapace di amare”.
Ma questa volta sarà un’altra figura femminile ad avere un ruolo determinate, che porterà gioie e dolori nella vita di Peter, il quale, grazie alla bella Viki, si troverà incastrato in un giochetto che sempre ritorna: lui, lei… e l’altro!
Quindi è un romanzo d’amore… vi starete chiedendo? Si… ma in tutte le sue forme: l’amore vorticoso per una donna, l’amore intimo e silenzioso per il padre, l’amore tenero e assoluto per Paco, il proprio cane, l'amore per la scrittura… ma soprattutto l’amore per la vita.
Sapete perché questo romanzo non può non piacere? Perché qualsiasi lettore può rispecchiarsi nei sentimenti che vengono descritti, è un libro che suscita grande empatia. I personaggi de “Il peso specifico dell’amore” si fanno portavoce di tutti quegli aspetti umani che troppo spesso restano nascosti sotto la superficie.
Il personalissimo stile di Gianluca Antoni ci porta a riflettere, e poi a riflettere di voler vivere! Ancor di più in questo secondo romanzo, che ho trovato più maturo e più profondo rispetto al primo. L’autore riesce a descrivere situazioni intense, verità amare e temi spesso ostici (come la morte, il suicidio) con quella leggerezza e ironia in grado di strapparti sempre un sorriso, tuttavia senza privare i contenuti del giusto spessore.
Situazioni tragiche e dolorose ma mai fini a se stesse, perché portano al cuore del lettore un messaggio, una piccola morale con effetti benèfici. Gianluca Antoni si conferma un abile giostrante, perché è vero che ne “Il peso specifico dell’amore” non troviamo quel gioco temporale che è il grande punto di forza del primo libro, ma nemmeno ci priva di qualche estro narrativo.
Infatti in questo sequel assistiamo alla genesi vera e propria del romanzo “Cassonetti”, con tutte le difficoltà per un giovane esordiente italiano come Peter (il Peter/Gianluca che a questo punto si è finalmente palesato!) alle prese con il mondo dell’editoria.
L'impronta autobiografica è una nota di cuore persistente. La storia è molto convincente e ogni personaggio è stato pienamente azzeccato, dai più importanti a quelli apparentemente accessori… come il vecchietto nella stanza d’ospedale e il suo esclusivo «Diombrellino»!
Sono soprattutto questi piccoli dettagli a rendere speciale una storia. Come scrisse Edward Morgan Forster: «Dovunque ci mettiamo, noi proiettiamo un’ombra su qualcosa»… ed è ciò che accade ne “Il peso specifico dell’amore”, perché ogni personaggio è fatto e finito, vive il suo dramma e inevitabilmente finisce per proiettare la propria ombra su qualcun altro.
È un libro ricco di sfumature, tutte quelle sfumature che fanno parte di noi e della nostra vita quotidiana… una vita che spesso fa male e fa paura, ma che riserva anche momenti di pura gioia. Leggendo “Il peso specifico dell’amore” ho provato una profonda tristezza alternata a picchi di intensa felicità… una montagna russa di emozioni che mi hanno tenuta incollata al libro. L’autore, ancora una volta, ha saputo farmi commuovere e farmi ridere poche pagine dopo!
Recensione a cura di Claudia Gianasso