Vini, formaggi, tartufi e nocciola, cioccolato e carne di razza piemontese, riso, frutta e ortaggi, insomma eccellenze gastronomiche del Piemonte che negli ultimi anni hanno reso questa regione protagonista di uno sviluppo turistico considerevole. Manifestazioni internazionali quali Il Salone del Gusto e Terra Madre, Cheese, la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba, Cioccolatò, la Douja D’or, il Salone del Vino
L’istituzione dei Presidi Slow Food, del Museo del Gusto, del Paniere dei Prodotti della Provincia di Torino, di nuove Dop, Doc; la presenza sul territorio di Eataly, la realizzazione delle Strade del Vino e le Strade dei Sapori; le iniziative del Movimento del Turismo del Vino, delle Città del Vino, delle città dell’Olio, delle città del Tartufo, il successo dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, la promozione della ricettività in agriturismo e in bed & breakfast, la costituzione di Associazioni di Produttori, rappresentano importanti opportunità di sviluppo e hanno contribuito all’affermazione sul mercato italiano e internazionale dei prodotti agroalimentari piemontesi.
Produzioni tipiche di pregio, produttori, artigiani e associazioni, sono componenti essenziali per affermare un modello più maturo di enogastronomia, la “rivoluzione culturale” che è in atto. Rivoluzione che tocca il patrimonio enogastronomico ma anche il viaggiatore. La cultura del vivere bene, del “buono, pulito e giusto”, del biologico, dell’offerta basata sulla qualità, hanno contagiato il turista moderno, sempre più informato, esigente, attento al particolare e a caccia di esperienze culturali ed ambientali più ampie e significative.
Il turismo enogastronomico in Italia, e il territorio piemontese in particolare, anche in tempi di crisi non solo riescono a mantenere un trend positivo ma si migliorano, capaci di far mettere in viaggio milioni di persone da ogni parte del mondo e fare dell’Italia e del Piemonte una delle mete più amate del turismo internazionale. Un settore in cui i margini di crescita sono ancora molti. Chi opera nel settore deve sempre cercare di migliorare l’offerta ed attrarre anche quei turisti che non sono solo amanti del wine & food. Un itinerario si sviluppa lungo un percorso caratterizzato da luoghi di interesse storico-artistico ed ambientale, affiancati da una serie di strutture di accoglienza, ma anche di promozione e commercializzazione dei prodotti tipici del territorio.
Il turismo enogastronomico si intreccia sempre piu' con la gastronomia, il paesaggio e l'arte. Abbina la degustazione dei prodotti e la fruizione turistica del territorio. Nel solo 2010 i viaggi motivati da interessi enogastronomici sono cresciuti ancora in maniera netta, con 3,2 milioni di partenze, il 3,8% del totale, contro l’1,8% del 2009. Dai 3 ai 5 miliardi di euro, il giro di affari registrato nel 2010, grazie a 4-5 milioni di turisti (dati Coldiretti) che vanno alla ricerca di buon cibo, di prodotti tipici e locali, di food shopping e di emozioni legate alla gastronomia di un territorio.
Inoltre l’enogastronomia compare al secondo posto, dopo la cultura, come elemento di attrattiva di una località e si registra chiaramente un aumento dell’attenzione per il gusto in tutte le fasce sociali, insieme alla ricerca di autenticità dei prodotti. In questo, peraltro, aiuta la crescente familiarita' del web: il turista si accosta sempre di più a Internet, utilizza i Social media, condivide sul web foto e racconti. Una nicchia quindi piuttosto consistente di viaggiatori, alla continua ricerca non soltanto di cantine, ristoranti e percorsi enogastronomici, ma anche di passeggiate e visite a borghi, castelli e musei.
I turisti chiedono di conoscere approfonditamente la storia e la cultura legata al prodotto e ricercano paesaggi suggestivi, senza per questo tralasciare esperienze di “contatto” con il territorio e i suoi abitanti. Si è passati dal concetto di “prodotto tipico” a quello di “esperienza tipica”. E qui entrano in scena i protagonisti dello scenario enogastronomico di un territorio, qualunque esso sia, di montagna, di pianura o di collina: i produttori, i ristoratori, gli agriturismi, gli albergatori, gli enti istituzionali. Gli attori devono aprire le proprie porte al turista, proponendo visite, degustazioni, creando vere e proprie strutture adibite all’accoglienza.
Far conoscere i propri prodotti e le proprie strutture, diffondere la cultura del vino, la propria tradizione aziendale e spesso anche quella familiare. E potenziare la conoscenza attraverso i canali mediatici offerti dalle moderne tecnologie web, e visibili ormai da un’enorme mole di “visitatori”, attraverso newsletter, rubriche dedicate ai prodotti e al viaggio, l’organizzazione di eventi. Il turismo enogastronomico è un’occasione d’incontro tra turisti e produttori: da un lato l’attrattiva esercitata da un territorio, dall’altro l’effettiva capacità dei territori di divenire "prodotto turistico" e di dotarsi di una strategia adeguata a cogliere le opportunità.
Cucina locale e prodotti tipici dell’enogastronomia raccontano storie di popoli che in quei luoghi hanno lasciato il segno della loro cultura, e questo legame è realizzato proprio dal turismo enogastronomico, una forma di turismo culturale in cui non solo si ha l’opportunità di conoscere, ma di entrare in pieno contatto con il luogo, le sue genti, il suo carattere e le suggestioni che evoca.