Il 26 ottobre 2014, Lingotto Fiere (Torino) -
«Grazie all’accordo appena siglato con la Fisar, nasce la più grande comunità di appassionati di vino del nostro Paese, che si pone come forza propulsiva per la promozione culturale dell’enologia italiana nel mondo».
Queste le parole di Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni, curatori della guida Slow Wine, dopo la firma d’intesa tra Slow Food Editore e la Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori. Con questo accordo la Fisar si impegna ad adottare Slow Wine 2015 come testo ufficiale per tutti i suoi 10.000 soci.
Un’intesa che, va oltre il “solo” progetto editoriale e si allarga anche ad altri ambiti, primo fra tutti quello dell’educazione, settore nel quale sono impegnate in prima linea entrambe le associazioni. D’ora in poi i contenuti dei Master of Food dedicati al vino e i corsi organizzati dalla Fisar condivideranno infatti docenti e contenuti.
«Tra i tanti compagni di viaggio possibili – dichiara il Presidente Fisar Mario Del Debbio – abbiamo scelto di continuare il percorso con Slow Food. Da molto tempo condividiamo obiettivi comuni e da diversi anni i nostri sommelier partecipano alle loro più importanti manifestazioni. Consolidare questa collaborazione - conclude Del Debbio - è stato, in fin dei conti, solo una logica conseguenza».
Questa alleanza suggella quindi una collaborazione in essere da diversi anni con un accordo che in un colpo solo unisce un grandissimo numero di appassionati, che potranno trovare in Slow Wine e nella Fisar due soggetti fortemente impegnati nella didattica, nell’editoria e nella promozione di uno dei settori più vitali dell’economia italiana.
«Non potevamo celebrare in modo migliore i cinque anni di vita della nostra guida, che verrà presentata a Torino il 26 ottobre prossimo, durante il Salone del Gusto e Terra Madre, con la consueta grande degustazione. L’evento torinese sarà la prima vetrina ufficiale in cui Fisar e Slow Wine celebreranno insieme il vino italiano buono, pulito e giusto», dichiarano Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni.
Fonte: Slow Food