L'accordo siglato da Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e Fondazione Francesco Federico Cerruti conferisce al primo museo dell'Arte Contemporanea italiano la cura, lo studio, la valorizzazione e la gestione di una straordinaria collezione sconosciuta ai più restituendo in tal modo alla collettività un patrimonio inestimabile, frutto della vita discreta e riservata di Francesco Federico Cerruti (Genova, 1922 – Torino, 2015), imprenditore e collezionista scomparso nel 2015 all'età di 93 anni.
Un progetto ambizioso che prevede la ristrutturazione e la messa in sicurezza della villa che lo stesso Cerruti aveva fatto costruire a Rivoli, a pochi passi dal Castello, per custodire le sue opere e che diventerà nel gennaio 2019 la sede della Collezione Cerruti.
Quasi trecento opere scultoree e pittoriche che spaziano dal medioevo al contemporaneo, a cui si aggiungono quasi duecento libri rari e antichi, legatorie, fondi d'oro, e più di trecento mobili e arredi tra i quali tappeti e scrittoi di celebri ebanisti. Un viaggio nella storia dell'arte, dai mobili alle arti antiche, dal Rinascimento all'Ottocento fino alla modernità, per una collezione privata di altissimo pregio, difficilmente paragonabile ad altre in Europa e nel mondo.
Capolavori che vanno dalle opere di Segno di Bonaventura, Bernardo Daddi e Pontormo a quelle di Renoir, Modigliani, Kandinsky, Klee, Boccioni, Balla e Magritte, per arrivare a Bacon, Burri, Warhol, De Dominicis e Paolini.
Una collezione iniziata a metà degli anni Cinquanta del secolo scorso che va vista nella sua interezza com'era nei desideri dello stesso Cerruti che, dopo una vita spesa a custodire gelosamente i suoi capolavori, affida ai posteri il compito di farla scoprire nella sua bellezza e complessità. Nello statuto della Fondazione, Cerruti ha scritto esplicitamente come avesse "deciso di volgere a beneficio della collettività nazionale e internazionale" la sua Collezione nell'auspicio "di poter perpetuare i valori che lo avevano animato, nonché il senso di mecenatismo, così da contribuire a rendere la Collezione Cerruti realtà sempre viva e motore di crescita culturale".
Andreina Cerruti, Presidente della Fondazione Francesco Federico Cerruti per l'Arte, afferma: "Siamo felici che il sogno di Francesco Federico, di poter vedere la sua casa collezione aperta al pubblico, possa oggi avverarsi grazie all'unione con il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea. Questa iniziativa del Museo di Rivoli e della nostra Fondazione apre al mondo la straordinaria collezione d'arte di mio fratello – aprire al mondo così diceva e voleva lui –. La collezione è anche un racconto di vita, il dischiudersi della propria vita nel linguaggio esclusivo che è proprio dell'arte e della poesia".
Antonella Parigi, Assessora alla Cultura e Turismo Regione Piemonte, dichiara: "Si tratta di un accordo inedito e di grandissimo rilievo, che dimostra l'impegno della Regione Piemonte nell'ambito dell'arte e quanto il Castello di Rivoli si stia affermando sempre di più come un centro culturale di assoluta importanza, capace di
dialogare efficacemente con numerosi soggetti e istituzioni. In questo contesto, la collaborazione con la Fondazione Francesco Federico Cerruti per l'Arte rappresenta vità un patrimonio di immenso valore, nonché la testimonianza del punto di vista di un grande amante dell'arte. Il nostro lavoro, al fianco delle istituzioni coinvolte,
proseguirà quindi per garantire la valorizzazione della Collezione e, grazie anche alla riapertura della villa rivolese di Francesco Federico Cerruti, amplierà l'offerta culturale e artistica del nostro territorio".
Il Castello di Rivoli, primo luogo di interscambio tra arte contemporanea e sperimentazione di nuovi linguaggi, vuole dimostrare proprio attraverso questa importante collaborazione che conferisce la gestione della Collezione e della casa al Museo, come sia possibile e fruttuoso il dialogo fra l'arte contemporanea e il suo passato.
Questo importante lascito, come dice il direttore del Castello di Rivoli nonché della Fondazione stessa, Carolyn Christov-Bakargiev, sarà "un motore di creatività per il Museo, in un dialogo inedito tra antico e contemporaneo, attraverso programmi educativi, artistici e curatoriali. Dietro a questa straordinaria collezione c'è la figura ideale di un amante dell'arte come Francesco Federico Cerruti, un uomo discreto e riservato, poco incline alla rumorosità del mondo che ricercava nel silenzio del suo museo privato il trasalimento e lo stupore dinanzi all'enigma della creazione artistica.
Pur frequentando la casa di Rivoli e curandone la disposizione delle opere e degli arredi in un equilibrio che facesse convivere la prossimità e la lontananza delle opere, Cerruti scelse di non abitarvi, continuando a vivere in un alloggio semplice nei pressi della sua fabbrica LIT (Legatoria Industriale Torinese) a Torino. La sensibilità e la generosità del collezionista Cerruti, la trama nascosta della sua passione sono ora parte integrante del nuovo polo museale, unico nello scenario italiano e internazionale, uno spazio straordinario che sarà aperto al pubblico con visite guidate e che vedrà la partecipazione di artisti, scrittori, filosofi, storici dell'arte, filmmaker, impegnati in un dialogo serrato per cogliere la voce nascosta, le sfumature, le vibrazioni che si celano nelle pieghe dell'arte capace di accogliere l'eredità del passato, il suo respiro, il suo ritmo e di collocarli nel cuore pulsante del tempo presente.
Nella nostra era digitale, innovativa, tecnologica ma proiettata all'archiviazione acritica del passato, i musei
enciclopedici come il Metropolitan a New York, l'Hermitage a San Pietroburgo e il Louvre a Parigi aprono sezioni dedicate all'arte contemporanea; il Castello di Rivoli sceglie un percorso diverso, nella consapevolezza del legame ineludibile tra le opere del passato e del presente, di un cammino come quello dell'arte che è
oltrepassamento di ogni soglia spazio temporale e vuole essere il primo museo d'arte contemporanea al mondo che, grazie a questo accordo, apre una sezione dedicata all'arte del passato".
Inaugurato il 18 dicembre 1984, il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea è ospitato all'interno di una Reggia Sabauda progettata dall'architetto Filippo Juvarra. Nel 1960 il Castello è inserito in un programma per il restauro dei monumenti più rappresentativi dell'area piemontese e nel 1967 si inizia il lavoro di recupero. Nel 1979, su incarico della Regione Piemonte, l'architetto Andrea Bruno inizia i lavori di restauro. Dal 1997 il Castello di Rivoli è iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO. Quando nel 2000 anche la Manica Lunga restaurata apre al pubblico, tutto l'edificio torna a rivivere. Il Castello di Rivoli raccoglie una prestigiosa collezione di opere dal secondo dopoguerra ad oggi e al suo interno è conservata una delle più importanti raccolte di Arte povera al mondo.
Francesco Federico Cerruti, la sua collezione -
La raccolta di Francesco Federico Cerruti, gelosamente custodita e nascosta in una villa vicino Torino, per anni solo vagheggiata in quanto accessibile solo a pochi e fidati "amici intenditori", rappresenta un unicum nella storia del collezionismo privato italiano per vastità e importanza e fa dell'imprenditore torinese uno tra i più importanti collezionisti europei.
È l'esito di un lavoro di ricerca e raccolta di opere d'arte durato circa 70 anni, un percorso "straordinario" che riverbera la personalità schiva, silenziosa e austera di un uomo appassionato spinto dal desiderio di sottrarre al transitorio e all'effimero la bellezza immutabile della creazione artistica.
Nella villa di Rivoli, che sarà aperta al pubblico nel gennaio 2019, sono raccolte infatti opere rarissime conservate con la cura acribiosa del collezionista che, sottratte al piacere del nascondimento saranno visibili, offrendosi in una modulazione del bello che è storia dell'arte tout court dal Medioevo fino all'età contemporanea passando per il surrealismo e le principali correnti del Novecento.
È un percorso di formazione, di affinamento della sensibilità, di ricerca del sublime che si avverte in tutte le opere della collezione - vasi, arredi, quadri, statue, libri e rari tappeti – che confermano un rapporto esclusivo e assoluto con l'arte; la cura degli accostamenti e la disposizione degli oggetti rivelano la geografia degli affetti e delle passioni del collezionista impegnato in un dialogo continuo e serrato con le opere d'arte e i loro creatori, tutto partecipa dello stesso respiro comune, teatro di presenze intrecciate le une alle altre che trascendono il valore della singola opera per restituire intatto il significato di una collezione intesa come totalità e iniziata da un Cerruti giovanissimo con l'acquisto di un disegno del 1918 di Kandinsky.
Di particolare interesse e straordinariamente conservati i Medievali fondi d'oro con cui Cerruti amava iniziare le rare visite al "suo museo". Altrettanto eccezionale il valore dei pittori sacri come Bernardo Daddi, Gentile da Fabriano, Sassetta - di cui si può ammirare Sant'Agostino nella camera padronale - e Neri di Bicci. Si passa quindi ai maestri rinascimentali: Dosso Dossi, Pontormo, "strappato" agli Uffizi e si continua con Tiepolo, Ribera, Sebastiano Ricci, Fra Galgario.
Il percorso nella passione di Cerruti continua con le opere allegoriche di Batoni, non cedute al Getty Museum, per poi passare a quadri di Pellizza da Volpedo, Jawlensky, Balla e Boccioni, Casorati, Severini, Picasso, Magritte. Straordinari i 10 dipinti metafisici di De Chirico collocati nella sala da pranzo della villa. E altrettanto indimenticabili le opere di Modigliani, Bacon e Giacometti. Compaiono infine opere di Andy Warhol, Paolini, Burri e Manzoni.
Terminiamo questo excursus ricordando l'ultimo acquisto, "Jeune Fille aux Roses" (1987) di Renoir. Molti gli autoritratti o i ritratti di uomini soli – tra cui si possono citare "Ritratto di un giovane uomo" (ca. 1400) di Frà Galgario, "Ritratto di un gentiluomo con libri" (1534-1535) di Pontormo, "Autoritratto Metafisico" (1919) di De Chirico, "Studio per Ritratto IX" (1957) di Francis Bacon, "Ritratto di Harry Melville" (ca. 1930) di Man Ray – che portano a immaginare quasi la ricerca di una proiezione di se stesso nell'arte