Nel mese di marzo sono in programma nuovi appuntamenti del Valsusa Fuorifestival, eventi di avvicinamento alla XXIII edizione del Valsusa Filmfest, con due film per riflettere su migrazioni e sui cambiamenti climatici, la presentazione del progetto sulla produzione di un nuovo docu-film e un incontro con Nives Meroi e Romano Benet, la prima coppia al mondo ad aver scalato in cordata tutti i quattordici 8000 senza ossigeno e climbing sherpa. "Il Mangiatore di Pietre" di Nicola Bellucci è un film del 2018 tratto dal romanzo giallo dello scrittore carmagnolese Davide Longo che sarà presente alla proiezione di Condove.
La regia è di Nicola Bellucci e l'attore principale è Luigi Lo Cascio, affiancato da Vincenzo Crea, Bruno Todeschini, Ursina Lardi, Leonardo Nigro e Peppe Servillo. Il film parla della relazione tra padri e figli, ma anche del tema dei migranti in una storia d'amore, d'odio, di vendetta che ha come protagonisti principali un montanaro e un ragazzo che cerca di uscire da una valle chiusa. La realizzazione del film è stata sostenuta dal Mibac in qualità di film riconosciuto di interesse culturale.
Sinossi: Cesare, vedovo di una moglie bella ed amata, ex contrabbandiere e spallone di clandestini, trova in una valle remota il corpo del figlioccio Fausto assassinato. Cesare aveva introdotto Fausto al contrabbando. Ma i due uomini avevano perso i contatti, dal momento in cui Fausto aveva deciso di accettare di occuparsi anche del trasporto di droga. Cesare aveva rifiutato di essere coinvolto in questo e da allora in poi aveva preferito vivere di lavori occasionali. L'unico suo amico del paese è Ettore, un piccolo imprenditore, anche lui un ex contrabbandiere.
Cesare è sotto sorveglianza quando la polizia inizia ad indagare sull'omicidio. Presto il solitario vedovo acquista la fiducia dell'investigatore, il commissario Sonja di Meo. Lei invece sospetta il brigadiere di polizia locale di essere in combutta con la rete di trafficanti di droga. Potrebbe nascere una storia tra Sonja e il montanaro. Ma Cesare, emotivamente solitario, non si lascia andare ai sentimenti che lo riportano al ricordo della moglie; vuole smascherare i trafficanti di droga, convinto che siano gli assassini di Fausto.
Sergio, un giovane del villaggio, desideroso di fuggire dalle costrizioni di un padre padrone e da una vita chiusa nella valle, chiede a Cesare aiuto per guidare alcuni profughi oltre il confine. Gli stessi rifugiati che Fausto, morendo, aveva lasciati in un alpeggio durante il suo ultimo viaggio. Cesare accetta di aiutare Sergio e con il suo aiuto, passa a Sonja dei documenti che smascherano ed incastrano i trafficanti di droga. Durante il loro difficile cammino tra le creste innevate per attraversare il confine, sono presi di mira da colpi di fucile. Cesare capisce che i colpi sono per lui, affrontando la situazione scopre di non avere a che fare con i trafficanti di droga, ma con un nemico inaspettato.
Presentazione del Docu-film "Noi siamo i figli della Monce - Storia e storie di una fabbrica-paese del Novecento"
Negli anni scorsi la storia e i ricordi delle Officine Moncenisio sono stati raccolti e documentati attraverso due volumi usciti entrambi nel 2000 ("La Monce" di Giorgio Jannon ed Emanuela Sarti – Editrice Morra e "Moncenisio, già Anonima Bauchiero" di Sergio Sacco – Edizioni del Graffio) e narrati dallo spettacolo teatrale "Ti ricordi la Monce?" di Marco Alotto, andato in scena l'1 e 2 maggio 1999 proprio negli stabilimenti Vertek (allora proprietà del Gruppo Lucchini) all'interno del vecchio capannone falegnameria delle ex Officine Moncenisio: il Valsusa Filmfest, allora alla sua terza edizione, aveva collaborato all'ideazione ed alla realizzazione dell'evento.
Quasi vent'anni dopo, il nostro festival cinematografico, giunto nel 2018 alla XXII edizione e che ha tra i suoi obiettivi quello di conservare e mantenere viva la memoria storica del proprio territorio attraverso i linguaggi visivi e dell'immagine, intende promuovere la realizzazione di un docufilm sulla Moncenisio che alterni e unisca filmati d'epoca con racconti e testimonianze orali e parti di fiction. La regia sarà affidata a Luigi Cantore, regista e videomaker valsusino, collaboratore del Valsusa Filmfest ed autore, lo scorso anno, del lungometraggio "Profumo di resina" (tratto dal libro omonimo di Fabrizio Arietti), ambientato tra l''800 ed il '900 al Lago del Moncenisio, esempio di cinema interamente autoprodotto e che ha raccolto un grande successo di pubblico con più di 70 proiezioni (ad una media di oltre 200 spettatori) in numerose località della Valle di Susa e della provincia di Torino.
"Resina" è un film del 2018 del regista Renzo Carbonera che pone al centro della storia la musica, il difficile rapporto con la bellezza e il cambiamento climatico: tre temi che danno vita a una storia particolarmente ispirata, capace di parlare di futuro raccontando il passato. Resina, oltre ad aver avuto il patrocinio di Legambiente, ha ricevuto il supporto della Fice (Federazione Italiana Cinema d'Essai), è stato presentato in oltre venti festival di cinema nazionali e internazionali ed è stato il primo film per la Regione Trentino ad aver seguito le pratiche del protocollo green (linee guida che consentono una produzione del film a ridotto impatto ambientale).