Giovedì 18 settembre 2014, Torino -
Armato della solita voglia di conoscere, ho avuto il piacere di assistere al seminario: “Videosorveglianza e droni nei luoghi di lavoro: sicurezza e privacy, quali regole per le imprese? ” Devo dire che ho scoperto tante cose e sentito di tante sfumature legali interessantissime. L'avvocato Mauro Alovisio che, a mio avviso, ha avuto troppo poco tempo per sviluppare un discorso articolato specifico, sulle problematiche collegate direttamente ai droni, ha aperto il suo intervento chiedendo all'assemblea se qualcuno sapeva del perché della parola “drone”.
E' risultato che c'è grande confusione in proposito; purtroppo durante il seminario non c'e stato tempo per sviluppare l'argomento. Malgrado la conclusione, molto esplicita riguardo alla confusione delle appellazioni, del convegno di Modena 20-21 Febbraio 2014 di Fabio Remondino, non ci sono stati molti progressi a riguardo e sembra che “l'amatorialismo” continua a regnare. Ribadisco che il termine adatto in un ambito tecnico/professionale dovrebbe essere SAPR, acronimo ufficiale di Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (terminologia ENAC) che in inglese diventa RPAS cioè Remote Piloted Aircraft System.
Il termine UAV o UAS (Unmanned Aerial Vehicle o System) ormai nella coscienza collettiva suona come un'appellazione militare. Il termine “drone” invece sembra ormai designare qualsiasi cosa e addirittura, i sottomarini automatizzati di ricerche, come si legge nella stampa. Il pubblico è convinto che un drone è un "aggeggio" con quattro eliche, senza sapere che alcuni paesi in Europa, come il Belgio , prevedono un totale divieto per i SAPR dotati di un numero inferiore a sei eliche. Il drone a quattro eliche dunque, ha i giorni contati e molto probabilmente sparirà.
Ma da dove arriva quel termine “drone”?
Parlando nell'ambito dell'agricoltura potrei dire: ho effettuato l'impollinazione delle fragole con i droni nella serra n°4 , sbagliando veramente poco. Solo che in questo caso i droni sarebbero dei Bombus Terretris cugini dell'ape da cui il maschio chiamato fuco, si dice drone in inglese. Oggi infatti si trova nel commercio delle arnie confezionate con tanto di Bombix già dentro per l'impollinazione dei campi . E già …
Se andate su wikipedia alla pagina di disambiguazione, del termine “drone” in inglese, scoprirete i multipli significati. Non spiegano ancore tutto dell' origine, però ci danno delle indicazioni sulla storia del termine.
Nel 1935 la De Haviland trasforma un Tiger Moth (Farfalla tigre, un nome come garanzia!) in aereo radio comandato per servire da bersaglio durante gli allenamenti di combattimento aereo e dell'artiglieria anti aerea. Sara battezzato il “Queen Bee” cioè letteralmente, la regina delle api. L'immediato successore del Queen Bee sarà battezzato il Queen Wasp, cioè la regina delle vespe. Saranno sviluppate versioni di terra e versioni idrovolante per la marina. Oggi quindi si pensa che una probabile origine del termine “drone"deriva dalle Queen Bee e Queen Wasp.
Ma ce dell'altro .... infatti, in musica popolare si usava la Ghironda, suoni continui di fondo sul quale s'imbastiva la melodia. Più vicino a noi dobbiamo citare La Monte Yong, Terry Riley o Steve Reich negli anni 70-80. Il suono di fondo continuo è chiamato bordone in italiano e drone in inglese. In Francese l'animale (Fuco) e il suono, sono due omonimi come in inglese del resto. Bourdon in francese e Drone in inglese.
Da lì a ipotizzare che il termine che descrive questo mezzo volante radio comandato, il "Queen Bee", che produce un suono unico invariato e che fa pensare al rombo musicale e a quello caratteristico dell'animale, ce pochissimo da percorrere. E', con molta probabilità, ciò che è accaduto.
Scritto da Olivier Fontaine