Sapritalia invitata a partecipare al “Outlook” della SESAR, ha fatto pressione per fare valere il diritto di tutti i cittadini di potere lavorare in tutta l’Europa. Risulta infatti che, cifre alla mano, i piloti italiani appariranno "asini" rispetto all'estero, forse che in Italia esiste una lobby del "non studiare"?
Il problema è sottovalutato? Sta di fatto che gli italiani non potranno lavorare in Europa per mancanza di competenze, mentre i nostri vicini, ben formati potranno operare senza difficoltà. Insomma, temiamo una sindrome del "call center" dove piloti meglio formati piloteranno dall'estero mezzi in Italia grazie alla banda larga, mentre noi li guarderemmo volare sulle nostre città.
Sapritalia a Bruxelles -
L'outlook della SESAR (Single European Sky ATM Research /Air Traffic Management)
Si è concluso il terzo e ultimo incontro a Bruxelles dell'outlook sotto la responsabilità della SESAR. Trattasi di valutare l'andamento di mercato dei SAPR, di prevederne lo sviluppo e di presentare un rapporto alla commissione Europea. L'obiettivo è di far capire alla Commissione Europea, cifre alla mano, la situazione reale cosi da sensibilizzare l'autorità a emanare con urgenza la legge. Una cinquantina di "stakeholder", di cui fa parte la Sapritalia, con varie specializzazioni di alto profilo, hanno condiviso tutti i dati in loro possesso, per permettere alla SESAR di realizzare il rapporto, una sorta di fotografia aerea multispettrale delle attività e della domanda.
È semplicemente impressionante!
Posso raccontarvi, che è stato presentato il documento, al momento ancora confidenziale, che sarà ufficialmente
pubblicato a giugno, pieno di "K" per chilo, "M" per milione e "B" per bilioni spesso abbinato al simbolo "€".
Parliamo di soldi con cifre da capo giro che si apprestano a fiorire come primule sotto il primo raggio di sole di marzo!
Parliamo di uno sviluppo che all'orizzonte 2035 potrebbe raggiungere un terzo della flotta aerea mondiale. Ricordiamo che secondo l'ATAG e l'università di Oxford l'aviazione rappresenta 3,4% del prodotto interno lordo del mondo, il che equivale al PIL di un paese che sarebbe alla 21esima posizione nella classifica mondiale.
Sapritalia "stakeholder" di livello Europeo -
La Sapritalia è stata incaricata della redazione del rapporto tecnico per la parte della formazione. Abbiamo fornito un rapporto che è stato, come gli altri, integrato nel rapporto generale. Emerge con grande chiarezza che i bisogni di formazione sono giganteschi e che se non si accelera, potrebbe anche verificarsi un gap di maggiori proporzioni; potrebbe bloccare in modo grave il processo di crescita che si sta timidamente creando.
L'effetto sarebbe devastante dal punto di visto economico, per via delle possibili ingenti perdite di mercato in confronto all'Asia o all'America.
La nostra analisi si basa sulle raccomandazioni disponibili pubblicate dagli enti sovranazionali da cui dipende l'ENAC o ne fa parte integrante. Parliamo dell'ICAO, dell'EASA e della JARUS. Le recenti scosse mediatiche ci hanno anche dato degli spunti:
l'atto comunitario N° Com (2015) 613 e il suo allegato IV 1/1.1/1.2 curiosamente ignorato dal parere motivato sulla sussidiarietà̀ (Doc. XVIII, n. 105) che sarà pubblicamente commentato al senato il 18 maggio prossimo, di cui si è parlato assai ultimamente nelle colonne della stampa specializzata Italiana. A quest'analisi, abbiamo confrontato i dati del nostro studio, ormai riconosciuto a diversi titoli in ambito internazionale, sulle reali competenze di chi vorrebbe intraprendere la carriera di pilota di drone, o semplicemente approfondire le sue conoscenze in materia. Per essere invitati al banchetto dobbiamo dimostrare di avere delle competenze.
La situazione e il posizionamento disastroso dell'Italia -
Lo ha sottolineato il nostro collega in rappresentanza di ASSORPAS nella sua aringa conclusiva. In Italia molti progetti iniziano a fallire per colpa dei continuin cambi. Sapritalia arriva alla stessa constatazione, però la nostra analisi ci porta a prendere una posizione assai diversa dalle associazioni Italiane in generale, in particolare per quanto riguarda il futuro.
Abbiamo, dall'inizio, condiviso informazioni che facevano chiaramente capire a cosa stavamo andando incontro ma non ci ha creduto quasi nessuno. Addirittura sembra una sorpresa il fatto che l'ENAC diventerà in qualche sorta parte integrante dell'EASA. Non comprendiamo perché nessuno ha previsto l'evoluzione preannunciata pensando di anticipare il più possibile. Invece, abbiamo sentito qualche responsabile di associazione italiana tenere discorsi del tipo "a noi non ce ne frega niente dell'Europa".
Intanto, vogliamo sottolineare un pericolo più subdolo e paradossale. Se l'Italia e la sua community cede al panico e chiede nella fretta di autorizzare chiunque con 12 ore di formazione e un esamino di 24 domandine, fatto dal centro di formazione senza nessun controllo andiamo, dritto contro un muro. Una formazione inferiore al patentino per i minorenni non può assolutamente essere presa sul serio in ambito internazionale. Altri paesi, meglio formati e commercialmente più competitivi, occuperanno tutti i posti di lavoro qualificati e interessanti.
Peggio, potremmo in futuro, quando il BVLOS sarà a regime e funzionerà anche tramite la rete, verificare lo stesso fenomeno dei "all center", cioè SAPR sopra le nostre città pilotati da operation center delocalizzati all'estero da stranieri con competenze superiori alle nostre!
Chi fa pressione su ENAC?
Oggi sembra che per il loro interesse, quello delle organizzazioni lobbistiche, hanno fatto pressione per fare una formazione di base ridicola se la paragoniamo a quelle prevista in altri paesi. Pure le modalità dell'esame faranno semplicemente ridere a chi ci osserva. È tutto subordinato all'articolo 8 della convenzione di Chicago e i contenuti che riguardano la formazione si trova in un'altra annessa del documento. Non è stato letto? Cosa fare?
Nei nostri commenti del progetto LIC15 dell'ENAC finalmente proposto a commenti pubblici, come si fa in un paese moderno ed Europeo, difendiamo l'idea delle Nazione Unite "A decent work for all". Se vogliamo un lavoro decente, qualificante e soddisfacente in un mercato mondiale, allora dobbiamo aver coraggio e tirare su le nostre
maniche!
Ne siamo convinti, dobbiamo in Italia diventare i migliori e più competenti piloti ed operatori nel panorama Europeo. La nostra terza posizione nella corsa alle regolamentazioni ci autorizza a rivendicare la nostra eccellenza. Dobbiamo fare la formazione migliore degli altri con le migliori garanzie di serietà e in totale assenza di conflitti di interessi con i costruttori. Cosi fra qualche anno quando la ricerca di piloti di alto profilo diventerà realtà, potremmo reclamare a buon titolo un posto di lavoro qualificante e ben pagato.
È tempo di fare delle vere domande alle associazioni Italiane che dovrebbero tutelare il nostro diritto a lavorare bene con dei posti di lavoro decenti e di chiedere all'ENAC di tutelare il diritto a lavorare ovunque in Europa, con una formazione di buon livello. Lasciamo gli industriali litigare tra loro per interessi pecuniari e di potere. Noi utenti chiediamo buone macchine certificate con il quale lavorare bene e legalmente, niente di più. Se la regola è "operatore centrica", siccome siamo noi responsabili, i costruttori devono adesso lasciarci lavorare.
By Olivier Fontaine
(Redazione PTG)
Ingegneria 2025. Quale formazione per gli ingegneri del futuro?
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Città digitali e intelligenti, metamateriali che permettono l'invisibilità, abitazioni autosufficienti a impatto zero, elettrodomestici in rete, supermercati virtuali e trasporto aereo stratosferico: sono solo alcune delle tante sfide tecnologiche che, in un prossimo futuro, cambieranno radicalmente la nostra vita quotidiana e richiederanno anche nuove competenze da parte dei futuri ingegneri.
Quale formazione per gli ingegneri del futuro?
"L'offerta didattica universitaria, coniugata con la ricerca e l'innovazione, deve essere adeguata alle sfide del futuro e alle prospettive di evoluzione della nostra civiltà tecnologica", ha spiegato il prof. Paolo Atzeni, direttore del Dipartimento di Ingegneria di Roma Tre. "Per raggiungere questo obiettivo, da tempo abbiamo avviato iniziative di collaborazione con Istituzioni pubbliche, grandi industrie, PMI, start-up, acceleratori e investitori. E, in questo incontro sul tema 'Ingegneria 2025", intendiamo presentare la nostra visione, ma soprattutto ascoltare indicazioni e proposte su come dovrebbe cambiare la formazione della prossima generazione di professionisti".
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