Sta per aprire a Boston, nel quartiere operaio di Dorchester, il primo ristorante che utilizzerà cibi scaduti. L’idea è di Joe Doug Rauch imprenditore che ben ha fatto i suoi conti: negli Stati Uniti quasi il 40% del cibo prodotto ogni anno viene gettato, per un totale di 165 miliardi di dollari (più o meno 121 miliardi di euro), cui si aggiunge il cibo buttato via prematuramente dal 90% degli statunitensi perché scaduto, nel timore che possa avere conseguenze negative per la propria salute.
La sfida dell'imprenditore Rauch sarà convincere quel 15% di cittadini americani, in grave difficoltà economica, che i suoi alimenti scaduti sono molto più sani del cibo-spazzatura che troppo spesso viene considerato come unica alternativa da chi fa fatica a racimolare un pasto quotidiano.
«Una volta – spiega Rauch al New York Times – si prendeva la bottiglia di latte dal frigo, la si apriva e la si annusava: se l’odore era ancora buono si beveva, se era cattivo si buttava. La gente si preoccupa della sicurezza alimentare, ha paura dell’Escherichia coli e della salmonella, ma la verità è che praticamente tutti i decessi legati al cibo in America sono stati causati da alimenti non scaduti. C’è un sacco di cibo là fuori che è sano, ha un ottimo sapore ed è in via di dismissione solo perché risulta leggermente danneggiato o magari solo perché ha uno strano aspetto. Noi lo raccoglieremo, lo porteremo nel nostro negozio e lo useremo per cucinare pasti caldi e insieme offriremo latte, uova, pane, frutta e verdura».
Nel suo ristorante, il Daily Table, Rauch, vuole offrire molta frutta e verdura anche se dichiarata scaduta, ricordando che una volta cotto il cibo, si mantiene perfettamente commestibile per un lasso di tempo ancora più lungo. I vantaggi sono anche economici: un pasto sano come quello che Rauch ha intenzione di offrire ai suoi clienti verrà a costare intorno ai tre dollari (circa 2,2 euro), che è esattamente la cifra che una famiglia americana in difficoltà riceve dallo Stato come sussidio per un pasto. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo il Daily Table sarà un’attività no profit: in questo modo tanto per lui, quanto per i suoi fornitori sarà possibile ottenere cospicue detrazioni fiscali. Una buona idea da importare in Italia?
Fonte: http://www.slowfood.it/sloweb/2641eada45cc8d806ad3f27346023566/creativit%C3%A0-anti-spreco