Sorrento Rosé 2017 -
Le Donne del Vino mettono una pietra miliare nella storia del rosato: crescere in qualità e considerazione, diventare un vino «gastronomico» con la pizza; questi i must lanciati da Sorrento rosé, il primo festival dedicato a questa tipologia che ha richiamato oltre sessanta Donne del Vino da tutta Italia.
«Al bando i luoghi comuni come il rosato è un vino estivo, adatto a palati poco esperti e incapace di invecchiare» ha detto la presidente dell'associazione Donatella Cinelli Colombini al convegno moderato da Luciano Pignataro, che ha fatto il punto sui rosati «Ecco che le nuove tipologie nascono come vini premium e spesso maturano in fusti di rovere, sono insomma da prendere molto più sul serio».
L'aumento dei consumi è costante, soprattutto negli Stati Uniti, ha confermato Lidia Bastianich, chef italoamericana, proprietaria di numerosi ristoranti e volto televisivo in USA e in Italia, dove sta partecipando al programma "La prova del cuoco". Lidia ha accettato di essere madrina della manifestazione delle Donne del Vino. «In Usa c'è ancora spazio per il rosé, anzi chiamiamolo rosato all'italiana» ha proposto donna Lidia. Solo negli Usa, nel 2016, le vendite di vino rosato sono salite del 6,8% con un fatturato di oltre 816 milioni di dollari; la produzione mondiale si attesta intorno ai 24 milioni di ettolitri, pari a circa il 10% dei vini consumati a livello mondiale. L'Italia è il secondo esportatore nel mondo in volume con il 16%.
Una bottiglia su 10 consumata nel mondo è rosé; quattro bottiglie su 10 vengono consumate oltre i confini della nazione di produzione. «Il rosato è un vino con la valigia» l'ha definito Donatella Cinelli Colombini.
«Gli americani – ha proseguito Lidia Bastianich - amano tutto quello che è made in Italy, il cibo e il vino in particolare, ma sono curiosi, vogliono capire, imparare. Sono pronti ad ascoltare le vostre storie, raccontate loro come fate i vini e come fate la pizza». A parlare di filosofia della pizza Antonino Esposito, chef pizzaiolo sorrentino che non ama le scorciatoie: «La pizza è fatta di farina, acqua e sale. Tutto il resto è moda». Un'affermazione che sembra minimalista e invece sottende l'uso di materie prime eccellenti e lievitazioni lunghe.
Tutti d'accordo che la coppia pizza-rosato possa essere vincente nei prossimi anni: Luciano Pignataro, giornalista e grande conoscitore della vera pizza napoletana, Tania Mauri e Luciana Squadrilli, autrici del libro "La Buona Pizza", e Nicoletta Gargiulo, presidente Ais Campania e Lorella Di Porzio delegata delle Donne del Vino.
Lo dimostrano anche i numeri di Sorrento Rosé: quasi mille i visitatori, una cinquantina i giornalisti accreditati. E in ogni caso, Le Donne del Vino provano a rilancialo anche in Italia, dove i consumi di rosato sono ancora deboli: «Sorrento Rosé è un punto di partenza – dice Sabrina Soloperto, coordinatore del festival – ora dobbiamo creare alleanze con ristoratori, pizzaioli e sommelier: spiegare loro che il rosato punta all'eccellenza qualitativa,
si può bere anche d'inverno e accompagna magnificamente un gran numero di piatti».
Ospite di Sorrento Rosé 2017 la delegazione delle Women of Wine della Croazia che a Zagabria organizzano ogni anno in primavera il Pink Festival, evento di successo dedicato al vino rosé. Al taglio del nastro, insieme a donna Lidia e a Donatella Cinelli Colombini, anche il sindaco Giuseppe Cuomo: «Con il rosè possiamo scoprire sapori nuovi, insieme alle eccellenze del cibo del nostro territorio» ha ribadito il sindaco. Il banco d'assaggio e gli spettacoli sono stati ospitati a Villa Fiorentino, sede della Fondazione Sorrento.
In onore di donna Lidia le Donne del Vino hanno organizzato un pranzo sulla terrazza del Grand Hotel Europa Palace con la regia della chef Marina Ramasso (ristorante Del Paluch di Baldissero Torinese) e dello chef Aniello Valestra. E una cena preparata dagli studenti dell'Istituto enogastronomico San Paolo orchestrati dallo chef stellato Peppe Aversa de Il Buco di Sorrento e dal figlio Federico.
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