Dal 29 novembre al 1 dicembre 2013, Teatro Regio, Torino -
William Forsythe, danzatore e coreografo statunitense, allievo della Juilliard School, Joffrey Ballet School e American Ballet Theatre School, nel 1973 entra come ballerino nel Balletto di Stoccarda su invito di John Cranko e dal 1976 inizia l'attività di coreografo in Germania, Olanda, Francia, rivelandosi uno dei più significativi esponenti della coreografia contemporanea. Direttore del Balletto di Francoforte, dove ha creato la maggior parte delle sue opere, dal 2005 la sua compagnia è "compagnia-residente" del Festspielhaus Hellerau a Dresda e del Bockenheimer Depot a Francoforte.
"Non c’è più bisogno di un inizio, di un centro, di una fine. Creo delle sequenze, lavorando per piccoli brani. Compongo con i danzatori una frase, poi, come quando si lavora su un testo al computer, cambio delle parole, inserisco dei frammenti, ne tolgo altri. E’ come assemblare degli elementi. Considero la luce un effetto. I quadri del Rinascimento olandese mi hanno influenzato molto. Amo il chiaro-scuro. Le luci soffuse obbligano lo spettatore a maggiore attenzione. Ricerco le luci indirette. Amo rendere incerto ciò che metto in scena e sviluppare ciò che definisco come poetica della “scomparsa”. La penombra permette d’immaginare e lo spettatore si reputa troppo spesso onnipotente. Ma ne lui, né io possiamo insegnare nulla. Lo schermo televisivo permette di vedere tutto. E’ una forma d’autorità. Il palcoscenico conserva sempre i suoi misteri e dona un’altra percezione delle cose. “Benvenuti a ciò che credete di vedere!” (William Forsythe)
Il pensiero si fonde con la danza e diventa coreografia. Il mondo della filosofia di Jacques Derrida, filosofo francese (l'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi) ispira fortemente le creazioni di William Forsythe, rinnovatore della danza, parte dal pensiero all’idea che il gesto e il movimento, sono espressione del pensiero e dell'emozione. Scompone coreograficamente il classico, sperimentando nuove forme d’espressione dei corpi in movimento, con la velocità, il chiaro–scuro, la violenza, le luci, ricerca la verità e l’intensità dei sentimenti.
L’Opéra de Lyon, nata nel 1687, diventa la "focina" della Nouvelle Danse francese, il luogo dove sono passati tutti i grandi coreografi contemporanei di fine ’900 e inizio 2000. Nomi famosi come Preljocaj, Bill T. Jones, Jirí Kylián, Mats Ek o come Christian Rizzo o Hervé Robbe.
Limb’s Theorem, creato a Francoforte nel 1990, fa parte del repertorio di Lione dal 2005, tipico lavoro di quegli anni.
Un mondo architettonico in bianco e nero, dove la coreografia si sviluppa tra struttura e ritmo, in scena pertiche oblique che proiettano ombre contro un muro, un enorme macchina gira su se stessa sfiorando i danzatori. Nello spazio il movimento di un danzatore, dal costume ricoperto di frange nere, gioca con molteplici aspetti, il caos si esprime attraverso la danza. Forsythe firma coreografia e luci, Thom Willems la musica, Michael Simon la scenografia della prima e della terza parte, mentre il brano centrale è stato creato scenograficamente da Forsythe.
Calendario:
- venerdì 29 novembre, ore 20
- sabato 30 novembre, ore 20
- domenica 1 dicembre, ore 15
(Nell'ambito di Torino incontra la Francia 2013, in collaborazione con TorinodanzaFestival)
INFORMAZIONI: